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Jimmy. Creatura di sogno

[…]
Sopra una piccola pedana rialzata, immersa nel buio, si scorge la sagoma di una figura nuda, seduta di spalle. Per un attimo, potrebbe ricordare una di quelle rappresentazioni classiche o neoclassiche che ritraggono bellissime donne nude, viste da dietro. Ha lunghi capelli neri. Ma appena inizia a muoversi, risulta chiaro che non si tratta propriamente di una donna, quanto piuttosto di una strana creatura... È Jimmy. Piange, disperato. Si alza e comincia a vestirsi lentamente. Indossa un completo da uomo sdrucito.
A poco a poco, si ricompone.


JIMMY (a se stesso)
Quando finisce non so mai dove sono di preciso
Né quanto tempo dovrò restare
In attesa del prossimo sogno.

So solo che, prima o poi, ricomincia tutto da capo.
Come un aspirapolvere che mi risucchia.

A volte mi ritrovo in posti orribili
E vorrei che finisse

(Pian piano Jimmy si rende conto di essere in un teatro. Senza scomporsi minimamente, si accorge della presenza del pubblico. Non c’è più niente che possa scalfirlo...)

Oh, scusate... chiedo scusa.
Ho appena fatto un sogno terribile...

(Silenzio... Dunque ci risiamo? Chi è il vero attore: il pubblico o... lui? Deve intervenire in prima persona, oppure deve lasciar fare agli altri? O forse sta per succedere qualcosa... Qualcosa di inaspettato... Ma... Non succede nulla...)

Be’... A quanto pare ho un po’ di tempo per riflettere...
Quando ho il tempo di riflettere,
Ripenso al primo sogno:
Il sogno in cui sono nato...

Sono nato in un sogno all’età di trentatré anni
Mi chiamo Jimmy
Sono un parrucchiere omosessuale.

Sono venuto al mondo nel 1950, nel sogno di un Generale americano
... Non faccio il nome per ovvie ragioni...
Era la notte prima che partisse per la Corea
Era molto agitato e... omofobo,
Così ha sognato me.

Nel sogno,
Avevo un negozio di parrucchiere tutto mio a New York
All’angolo tra la Ventitreesima e Broadway
La mia era una clientela abituale, fatta soprattutto di bellissimi giovanotti.
Molti erano soldati.

Il vecchio e stanco Generale era sempre lì,
Seduto in un angolo del negozio a osservarmi,
Attore del suo stesso sogno.
Teneva una mano infilata in fondo alla tasca destra dei pantaloni,
E canticchiava sottovoce una canzone di guerra
Era come se sentissi i suoi pensieri.
C’era un cliente che mi piaceva in modo particolare.
Era un soldato
Alto, capelli neri, pelle scura e occhi bellissimi.
Si chiamava Mitchell
Parlava poco
Mai una parola sulla sua vita privata
Ma la sua presenza mi rendeva felice
E ogni lunedì,
Non vedevo l’ora che arrivasse.

[…]

 
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